La Battaglia del 15 agosto 1702
Torre della Corte San Giuseppe (2004)Grazie al percorso descritto da 6 Tabelle con testi in italiano e in inglese, famiglie, scuole e turisti riscoprono i luoghi e lo sfondo storico in cui avvenne tale battaglia, imparando com’era un tempo il paese di Riva e l’antico Po.
Tabella 1 - contesto storico e luoghi della battaglia
La battaglia di Luzzara del 15 agosto 1702 fu uno dei principali avvenimenti che caratterizzarono la guerra per la successione spagnola (combattuta dal 1700 al 1714).
Tutto ebbe inizio con la morte del re di Spagna, Carlo II, avvenuta il 1° novembre 1700. Egli non lasciò successori diretti per il trono di Spagna ma, tramite testamento, nominò suo unico erede il Duca Filippo D’Angiò, nipote di Luigi XIV, re di Francia. Questo fatto, che avrebbe significato il predominio della monarchia francese, allarmò tutta l’Europa (testo completo).
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Campi delle armate Imperiale e Alleata con le rispettive fortificazioni dopo la battaglia di Luzzara.
Tabella 2 - Riva antica: il vecchio paese
Il territorio, al tempo in cui venne combattuta la battaglia di Luzzara, era molto diverso da come lo vediamo oggi. L’argine maestro nel 1702 non si trovava nella posizione in cui lo vediamo oggi . Vi fu innalzato nel 1815 dopo una piena disastrosa del fiume.
A causa dell’intervento dell’uomo, dell’azione continua delle acque (erosione, trasporto, deiezione) e del materiale trasportato (sabbie, argille, ecc.) il Po ha modificato continuamente il proprio percorso attraverso i i secoli. Infatti depositando detto materiale sul fondo dell’alveo, il letto del fiume si innalza e per questo motivo l’argine non è più sufficiente a contenerlo e l’uomo è costretto, di volta in volta, ad innalzarlo per scongiurare il pericolo di alluvioni.
L’argine maestro ai tempi della battaglia era spostato più a ovest, oltre l’arginello attuale. Inoltre verso il Po c’era un altro arginello. A causa dell’erosione continua del fiume proprio nel territorio di Riva antica, si dovette provvedere ad innalzare il nuovo argine più ad est, nella posizione attuale. In quest’area, a fianco del vecchio argine maestro, sorgeva il vecchio paese di Riva. Lo si poteva raggiungere percorrendo due strade che si congiungevano proprio in questa zona. La prima, oggi scomparsa, veniva da nord-est, staccandosi dall’attuale strada Selmanenti, vicino alla corte Palazzo della Fame, e scendeva fin qui. La seconda, da sud-est, era la prosecuzione dell’attuale strada Corrada.
Del vecchio paese di Riva non è rimasto nulla a parte qualche traccia delle antiche proprietà terriere. Poco lontano da qui, al termine della discesa dall’argine maestro, su una superficie di circa 2500 metri quadrati, sorgevano quattro case dell’antico abitato. I lotti di terreno su cui sorgevano i fabbricati sono stati tramandati fino ai giorni nostri, conservando così sul luogo la memoria dell’antica dislocazione. Anche queste abitazioni sono andate distrutte a seguito dello spostamento dell’argine dalla vecchia posizione, situata verso l’attuale arginello di difesa golenale, alla posizione in cui si trova ancora oggi. Il loro tracciato è rimasto sulle mappe del catasto teresiano (1776-1859).
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Sovrapposizione della mappa del catasto teresiano (1778) con quella attuale nell’area dell’antico paese di Riva
Gruppo di case nella mappa del catasto teresiano
Area dell’antico paese di Riva (2004)
Tabella 3 - Riva antica: la Chiesa e la Corte del principe Eugenio
Dell’antica chiesa di Riva, raffigurata dal Nicolotti in primo piano nella rappresentazione che egli ha fatto della battaglia, ci parla don Baldini, parroco di Riva dal 1899 al 1932, in una breve storia del paese scritta da lui nel 1902. “Nel 1154 in quel posto c’era già una cappella denominata San Colombano di Riva… La vecchia chiesa di Riva distrutta per la continua erosione del Po, si ritiene edificata nel 1497, non certo come prima, ma ricostruita sulle fondamenta di altre. Nel 1673 fu rifatta e ampliata e gli altari da tre diventarono cinque… Era situata sopra quattro biolche di terra, delle quali due e mezzo verso sera, erano occupate dalla Chiesa, dalla Canonica, dal Cimitero, dall’orto parrocchiale e da una casetta del Parroco, il restante terreno verso levante era a prato. Queste quattro biolche furono ingoiate dal Po, meno una porzione del prato verso levante. A questa porzione illesa si unirono le alluvioni che il Po lasciò nella sua ritirata, cosicché le quattro biolche furono non solo restituite ma anche duplicate. La porzione di terra dove stava la Chiesa è quella striscia di prebenda più verso Luzzara… La via che conduceva alla vecchia Chiesa era in continuazione colla
Viazza; girava a levante e mezzodì del terreno su cui stava la chiesa…”.
La casa-presidio del Principe Eugenio, poco lontana dalla chiesa, era una normale costruzione adibita fino a quel momento ad abitazione rurale, cinta da un alto muro. Il Principe la sequestrò e ne fece la sua sede logistica. Sulla mappa militare del 1702 è segnalata come quartiere del principe, vicino agli accampamenti e agli schieramenti della cavalleria.
In questa zona, parte importante del Parco San Colombano, è stato costruito il Memoriale a ricordo di una comunità, quella dei nostri antenati, vissuta per secoli in riva al grande fiume, della sua devozione per il santo irlandese che ha seminato cultura e Vangelo in tutta Europa e di una guerra che ha sconvolto molti paesi e città di tutta Europa seminando lutti e devastazioni. Il Memoriale è qui per rinnovare un messaggio di unione e di pacificazione dell’Europa e per invitare alla riconciliazione in rapporti di pace e di giustizia gli Stati del continente europeo e di tutto il mondo.
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La battaglia di Luzzara del 15 agosto 1702 in una stampa del Nicolotti
Area dell’antico paese di Riva rappresentata in mappe di epoche successive
Tabella 4 - il campo di battaglia
In questa zona, adiacente alla strada Tantine, è avvenuto lo scontro più cruento. Le mappe antiche ci danno indicazioni abbastanza precise, raffigurando la disposizione dei due eserciti ed indicando nella corte Tantine stessa la posizione di una potente batteria degli Imperiali. Ma la vera prova che conferma la posizione esatta della battaglia è il continuo ritrovamento sul posto di materiale
bellico, che durante le arature viene alla luce ancora oggi. Le pallottole sono le più diffuse nei campi situati prima dell’argine. Lo scontro, secondo gli scritti, è avvenuto anche oltre l’argine, in golena, ma le inondazioni hanno sepolto o portato via questi reperti. Qui si sono fronteggiati due eserciti in una delle battaglie più cruente della guerra di successione spagnola, combattuta dal 1700 al
1714. Nella mappa militare del 1702 è molto chiara la collocazione dei due schieramenti. Da una parte, a sud, stava l’esercito delle Corone franco-spagnola, al comando del generale francese Vendôme, a nord l’esercito imperiale comandato dal Principe Eugenio, di un ramo cadetto della Casa Savoia, al servizio dell’imperatore d’Austria Leopoldo I. Sulla carta sono indicati per ogni schieramento i nomi dei battaglioni di fanteria e degli squadroni di cavalleria, che, come segnalano anche i documenti scritti, provengono da ogni parte d’Europa.
La mappa militare raffigura la situazione logistica subito dopo la battaglia. I franco-spagnoli sono arretrati verso Luzzara perdendo terreno. L’esito è risultato incerto, ma il costo in morti e feriti è stato ingente su tutti e due i fronti e la guerra ben lontana dal suo epilogo.
In lontananza, verso Luzzara, è visibile il convento degli agostiniani che, in quell’agosto 1702, era quartier generale delle forze franco-spagnole. Il monastero dell’Ordine di S. Agostino fu fondato ed eretto alla fine del secolo XV. Ancora oggi, nonostante le devastazioni e le ricostruzioni subite nel tempo, conserva la stessa disposizione, con la facciata a sud-ovest. Nei due disegni del 1702 il convento è chiuso e protetto da una recinzione, a motivo della quale il luogo fu considerato un buon punto di appoggio nella linea difensiva progettata e realizzata dagli Alleati franco-spagnoli: nel muro infatti si poterono aprire feritoie per la fanteria, che indietreggiando si appoggiò al convento, ove si mantenne sulla difensiva.
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Campi delle armate Imperiale e Alleata con le rispettive fortificazioni dopo la battaglia di Luzzara
Campo di battaglia in una mappa antica. Nel riquadro: Convento degli Agostiniani nella stampa di Jean Huchtenburgh (1720)
Tabella 5 - la Corte San Giuseppe
La corte San Giuseppe è situata agli estremi confini del suzzarese, dove questo si incunea fin quasi nell’abitato di Luzzara, e si trova proprio contro l’argine maestro del Po, nella golena.
Tra le corti antiche è tra le più illustrate e rappresentate nelle mappe. Essa è presente sulle mappe militari che descrivono la battaglia del 15 agosto 1702 ed è disegnata, in forme molto fedeli alla struttura odierna, sulle stampe del Nicolotti e di Huchtenburg.
La corte è costruita dove si incontrano le terre suzzaresi e luzzaresi, dove correva il vecchio confine fra il Mantovano e il ducato di Guastalla prima e con il ducato di Parma poi e i suoi fabbricati, ieri come oggi, erano letteralmente tagliati in due dalla linea confinaria.
Questa antica corte, i cui primi rogiti risalgono al XVII secolo, ha resistito nel tempo alle piene del Po giungendo, grazie ai ripetuti restauri e rimaneggiamenti, fino ai giorni nostri.
Di proprietà da sempre della famiglia Aldrovandi essa si incentra attorno ad un nucleo turriforme, in grado di assolvere funzioni di difesa e avvistamento. A questa struttura, conclusa da una altana con trifora, si addossano gli altri ambienti abitativi e, oltre l’aia, sorge la casa padronale, con tutti gli elementi caratteristici della corte tradizionale.
Costruito nel 1708 a breve distanza dal nucleo abitativo, sull’argine del Po, sorgeva l’oratorio di San Giuseppe, che dava il nome alla corte. Esso era subordinato alla chiesa parrocchiale di Riva e purtroppo è andato distrutto nel 1934 in seguito a lavori di rialzo e di rafforzamento dell’argine maestro.
Proprio il rialzo dell’argine, effettuato nei secoli passati a più riprese, ha modificato le condizioni di accessibilità alla corte che in origine possedeva un ingresso carrabile, oggi ostruito e impraticabile, proprio in quella direzione.
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Corte San Giuseppe nella stampa di Jean Huchtenburgh (1720)
Corte San Giuseppe in una stampa antica (1801)
Torre della Corte San Giuseppe (2004)
Tabella 6 - il Po vecchio
Ridotto ormai nel corso dei secoli ad un fossato, il Po Vecchio traccia da oltre un millennio il confine tra il territorio luzzarese e quello suzzarese.
Fino al 1015 circa era il letto principale del fiume Po, poi lentamente il corso principale si spostò più a nord e il vecchio Po ridusse la sua portata, si impaludò e si riempì di terra.
Ai tempi della battaglia, nelle stampe di Nicolotti e Huchtenburg, sotto Luzzara è rappresentata soltanto una zona paludosa.
Questo bugno, ancora oggi in parte superstite, è la testimonianza di quando il Po Vecchio era fiume attivo. Durante una fase alluvionale le acque, sfogandosi attraverso una falla dell’argine, hanno scavato una voragine di tale ampiezza da lasciare uno stagno attivo per secoli, in prossimità del quale sono sorti importanti nuclei rurali, come la corte Zamiola, già
presente ai tempi della battaglia.
Il Po Vecchio, in quell’agosto 1702, è in pieno teatro di guerra ostacolando, come molti altri fossati e coltivazioni presenti sul territorio, le operazioni belliche e gli spostamenti delle truppe.
Oltre il Po Vecchio sorgeva Luzzara.
“La Terra di Luzzara, a quel tempo, è divisa in due parti, la città a nord e il castello a sud. Questo però non è un solo grande edificio, ma un insieme di grandi fabbricati racchiusi da una cinta peggio che trascurata, munita agli angoli di rondelle dirute, circondata da un fosso con acqua, in conclusione male atta a difesa. Un ponte conduce dal castello alla città, di cui il muro di cinta e il fosso sono in peggior stato di quelli del castello. Attorno alla terra e lungo la strada di Luzzara sin presso al Convento vi sono case sparse.”
Quando l’esercito Franco-Spagnolo raggiunge Luzzara, la città è occupata da una piccola guarnigione imperiale, (400 soldati), che si batte per mantenere il presidio. Il Vendôme, comandante dell’esercito franco-spagnolo, per quel giorno rinuncia all’assedio; preferisce sistemare le truppe negli accampamenti fuori Luzzara e preparare le fortificazioni in vista della battaglia. Già il giorno dopo però gli Imperiali sono costretti alla resa.
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Il Po vecchio e Luzzara nella stampa di Jean Huchtenburgh (1720)
Il Po vecchio e Luzzara in una mappa antica e in una fotografia del 1902